CHE COS’E’ L’AFERESI?
L’aferesi è una tecnica particolare di prelievo con la quale è possibile
sottrarre uno o più emocomponenti, restituendo al soggetto trattato la quota del
sangue che non si intende trattenere. In particolare, restituendo i globuli
rossi, possono essere sottratte quantità assai elevate degli altri componenti
del sangue, anche ripetutamente ed in tempi ravvicinati, poiché l’organismo
recupera con grande rapidità le perdite di plasma, di piastrine, di globuli
bianchi.
Per eseguire l’aferesi occorrono speciali attrezzature: i “separatori cellulari”
cui il donatore viene collegato, in circolazione extracorporea.
In Italia, in particolare, occorre sviluppare la plasmaferesi, la
donazione del solo plasma,
da cui trarre le sue diverse frazioni
(albumina, gamma globulina, fattori della coagulazione), che costituiscono
farmaci “salvavita” per moltissimi malati.
Oggi, il plasma italiano soddisfa soltanto una parte modesta delle necessità: il
resto viene importato dai paesi che già da molti anni praticano la plasmafaresi
su larga scala con pieno successo e senza alcun rischio per i donatori, che anzi
sono soggetti a controlli ancor più approfonditi.
Il D.M. 15/01/1991, che fissa le norme per accertare l’idoneità dei donatori ed
i ritmi delle donazioni, stabilisce criteri distinti e mirati per l’aferesi
plasmatica, piastrinica e leucocitaria.
Nel caso della plasmaferesi i limiti di età sono compresi fra i 18 ed i 55 anni.
Il donatore deve disporre di tutti i requisiti per l’idoneità al prelievo di
sangue intero, fatta eccezione per l’emoglobina, per la quale sono accettati
valori più bassi (11,5 g/dl nella donna e 12,5 g/dl nell’uomo), per la
protidemia totale (che non deve essere inferiore a 6 g% ml) e per
l’elettroforesi delle proteine (che deve risultare normale).
Questi ultimi due parametri devono essere controllati ogni sei mesi, fermi
restando i ritmi degli altri controlli prescritti per la donazione di sangue
intero.
Il prelievo di plasma non deve superare i 650 ml (di solito è compreso fra i 550
e i 600 ml), i 1.500 ml per mese ed i 10 litri per anno. La procedura ha una
durata di circa 30 minuti.
Nel caso della piastrinoferesi, viene richiesta l’idoneità per la donazione di
sangue intero, con l’aggiunta di un normale assetto coagulativo (piastrine non
inferiori a 150.000/mmc, normale coagulabilità del plasma).
Di norma, non possono essere eseguite più di sei prelievi di piastrine per anno.
La procedura è più lunga (due – tre ore) e spesso viene richiesta con urgenza; i
disagi per il donatore sono certo superiori, ma anche questo modo di donare è
del tutto ben tollerato e quasi sempre dal suo buon esito dipende in modo
diretti la vita di un malato, già in attesa di questo soccorso, che è l’unico
possibile.
Lo stesso può dirsi per la leucoaferesi, che comporta gli stessi tempi di
esecuzione e richiede gli stessi requisiti della aferesi piastrinica, oltre ad
un numero di leucociti non inferiori a 6.000/mmc. Anche in questo caso, il
numero massimo dei prelievi è di sei per anno.
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